Imu, il nuovo classamento va notificato al contribuente. Corte di cassazione, sentenza del 20 ottobre 2023, n. 29207
La Suprema Corte con la sentenza in epigrafe ha affermato che in caso di rettifica del valore della rendita successiva al 1° gennaio 2000 l’Amministrazione ha l’obbligo di notifica della stessa, ai sensi dell’articolo 74, comma 1, della legge n. 342 del 2000, perché l’atto attributivo o modificativo della rendita sia efficace, diversamente, quindi, da quanto disposto dal comma 3, dello stesso articolo 74, della stessa legge, per le attribuzioni o rettifiche di rendita adottate entro il 31 dicembre 1999, in relazione alle quali il Comune può legittimamente chiedere l’Imu dovuta in base al classamento, che ha effetto dalla data di adozione e non da quella di notificazione.
La normativa contenuta nella su richiamata legge n.342/2000, osserva inoltre la Cassazione, subordina la produzione degli effetti dell’attribuzione della nuova rendita alla notificazione, per cui è da quel momento che decorre anche il termine per impugnare l’atto contro l’Agenzia del Territorio: la prova della cognizione del nuovo classamento va fornita esclusivamente mediante la produzione dell’atto ritualmente notificato.